Stavo pensando a quale potrebbe essere il modo migliore per riassumere 132 giorni in viaggio, qui per voi, poi mi sono ricordato di aver scritto e pubblicato un libro a riguardo, quindi dato che sono pigro ne selezionerò semplicemente alcune parti e le incollerò qua sotto! Se doveste essere curiosi e interessati vi lascio anche il link per acquistarlo, sarebbe sicuramente di supporto a questo progetto e a progetti futuri... O più probabilmente potrò bere un cappuccino in più (ne sono dipendente).

Il racconto
GIORNO 1: NIMIS - VENEZIA
«Porca miseria se sto male senza barba.» Sono le sei e trenta, è il cinque luglio 2021 e lo specchio mi ricorda che sono sveglio, che devo fare il giro d'Italia in bicicletta, che passerò alcuni mesi fuori casa e che non ho idea di ciò che capiterà perché non ho pianificato assolutamente nulla. Tutto ciò che so è che moltissime persone in tutta la nazione sono pronte ad ospitarmi e a darmi man forte in questo lungo viaggio.
[...]
Le prime pedalate mi fanno capire subito che in questo viaggio dovrò andare con molta calma, i quadricipiti pulsano, la bici gracchia e sembra quasi che Strie, la vecchia bicicletta di mio padre, stia cercando di dire qualcosa: «Non sei un ciclista e non pedali da otto mesi, non esagerare.» Rallento.
Nicola, l'amico che mi ospita a Venezia, è anche la persona che mi ha trasmesso la passione per i viaggi. Quando penso a lui lo immagino in Lapponia a catturare renne con uno strano abitante locale alcolizzato, e ogni volta un sorriso divertito mi illumina il volto e la mente. Forse è destino che la prima tappa del viaggio sia proprio da lui.

GIORNO 30: SANTA MARIA DI LEUCA
Uno scooter mi segue da un po', mi ha fatto un saluto e ora mi sta filmando da dietro, immagino che mi abbia riconosciuto ma non ha cercato di comunicare quindi mi concentro sulla strada e proseguo dritto. Anche un autista mi ha salutato dal finestrino, lui però poi si è fermato per scambiare due parole e, quando ho capito che aveva troppe domande, gli ho chiesto se gentilmente potevamo rimandare la conversazione a Santa Maria di Leuca perché ho i minuti contati e dopo questa faticaccia mi seccherebbe perdere il tramonto.
Arrivo alle otto e venti ma è troppo tardi, stavolta non ce l'ho fatta e le coscie bruciano per lo sforzo.
«Sei un po' pirlotto però.» Stride come al suo solito Strie. «Fai tanta fatica per recuperare la stanchezza e poi ti sforzi così per niente. Tra l'altro hai calcolato l'orario sbagliato.»
«Cosa vuol dire che ho calcolato l'orario sbagliato?» Le rispondo un po' contrariato.
«Hai cercato l'orario del tramonto ma non l'hai cercato nel luogo giusto, guarda che cambia da un posto all'altro. Qui nell'estremo sud della Puglia tramonta prima, siamo in ritardo di venti minuti, non di cinque.» Stavolta ha ragione lei, non posso ribattere, tra l'altro continua a strigliarmi: «E ti ricordi che il ragazzo che ci ospita non abita esattamente qui? Abbiamo ancora cinque chilometri da fare e li dobbiamo fare al buio perché non hai comprato ancora le luci!»
«Va bene, va bene, hai ragione. Domani le compro, ormai va così.»

GIORNO 56: GELA
Non credevo che mi sarebbe capitato di avere una conversazione simile, solo l'idea che quel ragazzino mi stesse tendendo un tranello mi ripugnava.
«No, Giuseppe mi sembra sinceramente interessato. Credo anzi che il suo comportamento abbia in qualche modo l'obiettivo di proteggermi.» Rispondo rimanendo fermamente ottimista. Quanti anni avrà, quattordici? Ho pensato. Come può un ragazzino così giovane anche solo pensare a ciò che Strie alludeva, e sicuramente, se avevo ragione, la mia fiducia era un sentimento importante per lui.
Poco dopo è ritornato da solo raccontandomi una storia ancora più strana.
«Eh c'era un ragazzo... Aveva una ferita sulla gamba... Allora...» Ha pensato un attimo. «Allora gli ho messo sopra un po' di terra, mi ha insegnato mio nonno, aiuta a guarire.» Terra su una ferita? E dov'è finito il ragazzo? Mi sta mentendo spudoratamente, ma perché? Cosa non mi può dire? Era forse un richiamo?
In un film, il protagonista avrebbe abbandonato bici e carrello per andare a controllare, sarebbe venuto a conoscenza di qualcosa che non doveva sapere e avrebbe iniziato la sua vita criminale fino a diventare boss della mala. Se invece fosse successo a un personaggio secondario sarebbe
semplicemente sparito.
Io sono protagonista nella mia storia ma il personaggio secondario della storia di qualcun altro.

GIORNO 94: PISTOIA - LUCCA
«Allora ci ritroviamo più tardi.»
«Va bene ragazza della carrozza! Sono in buone mani, credo.»
Stamattina senza fretta mi sono svegliato, ho salutato Benedetta e la sua famiglia, e con l'aiuto di suo padre ho riportato tutto al pian terreno per ripartire. Il cielo era ancora grigio ma senza minacciare pioggia, e un vento gelido mi soffiava in viso.
«Devo prendere una giacca.» Ho detto a Strie battendo i denti. «E un berretto caldo, e dei guanti. Ormai il cappello di paglia deve andare in pensione.» Indossavo la termica di lana comprata a Roma, una delle camicie variopinte che ormai sono una caratteristica fondamentale di questo viaggio, la felpa pesante che mi porto dietro da casa e per finire il poncho che funge da ottimo antivento.
Ancora una volta la corrente mi era contraria. Può essere che quando spinge in altre direzioni non mi accorgo proprio della sua presenza? Ho pensato. Perché altrimenti vorrebbe dire che indipendentemente dalla strada che prendo, il vento va sempre nella direzione opposta.
Così mi trovo ora tra le strade di Lucca, guidato da due giovani follower che mi hanno raggiunto in piazza, e devo ammettere che, sebbene il buio copra la maggior parte degli edifici, la città mi sta piacendo davvero tanto.
Sono davvero curioso di fare il giro in carrozza domani, sono sicuro che Marika sappia molto bene in che modo si possa apprezzare al meglio questa splendida cittadina.

GIORNO 132: SAN DANIELE DEL FRIULI - NIMIS
Oggi mi sembra di volare, tutti i dispiaceri per il termine del viaggio sono completamente sommersi dal piacere che provo nel completarlo.
«Ce l'ho fatta davvero.» Sospiro incredulo.
È domenica mattina e dopo il risveglio mi sono mosso con molta calma. Nonostante il pensiero fisso sull'arrivo sono riuscito a godere della compagnia della famiglia di Sara e ad affezionarmi a tutti quanti e, quando sono ripartito, ho percepito che valeva lo stesso anche per loro. Perfino il papà, che la sera prima mi sembrava disinteressato e mi trattava quasi con aria di sfida, mi ha salutato con occhi languidi.
Sempre a San Daniele sono stato raggiunto da una famiglia di Nimis, che mi voleva festeggiare prima dell'arrivo con una bella bandiera del Friuli e una borraccia piena di tè caldo con su scritto "W Miliomillemiglia". Dolcissimi.
Poi ho iniziato a pedalare senza sentire i pedali.
E ora sto letteralmente volando.
Strie è silenziosa.
Una singola lacrima mi attraversa il viso, si infila tra i lunghi baffi e si tuffa su un angolo dell'immenso sorriso. Per cosa sorrido?
Guardo avanti ma non vedo la strada, sono guidato solamente dall'emozione.
Queste poche righe non basteranno a trasmettere l'incredibile esperienza che ho vissuto, ma a darvene almeno una vaga idea.
Il libro purtroppo non è più disponibile ma prima o poi lo ripubblicherò.
Grazie e buon viaggio!