Potrebbe essere solo un'escursione in Friuli Venezia Giulia se non conoscessimo la leggenda del mitico Maciolorut, che racconto nel dettaglio nel video dedicato a questa avventura. Esploreremo proprio il suo territorio e dovremo tenere gli occhi bene aperti per evitare trucchi e inganni!
Tenere gli occhi bene aperti però tornerà due volte a nostro vantaggio perché in questo modo potremo godere appieno della varietà di paesaggi che attraverseremo!
IntermedioIl livello dipende dal fattore di difficoltà più alto all'interno della camminata: come intermedio un percorso potrebbe presentare alcune semplici difficoltà tecniche o richiedere un discreto allenamento fisico |
Dislivello
460 M
Durata
3:00
Difficoltà
Intermedio
Inizia l'esplorazione
Un quadretto instagrammabile
Lo so che siete ansiosi di partire per questa escursione, ma mentre ci dirigiamo verso nord prendiamoci il tempo per scattare una bella foto con i monti Chiavac, Castello e Corta dinnanzi a noi. Dopotutto un'avventura non è una corsa.
Gli giriamo attorno
Avevate capito che saremmo saliti sul monte Chiavac? Meglio chiarire subito allora; questa escursione ad anello ci gira invece tutt'attorno! Ce ne accorgiamo subito dopo una delle prime svolte quando, fronteggiando il pendio, giriamo verso sinistra scendendo in direzione del torrente.
Il torrente Ledron
Vi piacciono i sassi? Perfetto! Perché raggiunto il torrente Ledron, ci passeremo sopra un po' di tempo. Saltelleremo infatti da un lato all'altro del rio facendo attenzione alla visibile segnaletica CAI che ci indica la strada. Numero 975, per ora.
Direzione CAI 979
Abbiamo perso qualche guado? Poco male, in fin dei conti bastava continuare a risalire il torrente. Almeno fino al bivio con segnaletica di legno, il quale ci informa che proseguendo sul sentiero CAI 975 raggiungeremmo forcella Navalesc, mentre noi vogliamo svoltare verso destra, inserendoci nel 979, per proseguire sul lato nord del monte Chiavac.
Il ghiaione
Il torrente Ledron è ormai alle nostre spalle ed abbiamo appena affrontato la salita più importante di questa escursione, 200 metri di dislivello fortunatamente all'ombra, ora però c'è un'altra sfida: il ghiaione! Non è particolarmente impegnativo ma richiede attenzione, e sicuramente, in giornate soleggiate, ci dobbiamo proteggere la testa.
L'Aga dal Muscle
Ridiscesi sul lato est del monte Chiavac ci ritroviamo su un altro torrente, il Susaibes, e ci imbattiamo in un'altra leggenda locale: l'Aga dal Muscle, "l'acqua del muschio", che si dice essere potabile solo dove non tocca il muschio! Molto strano in realtà, ma ho trovato pochissime informazioni a riguardo.
Il Torrente Susaibes
Vi erano piaciuti i sassi? Perfetto, perché ripeteremo l'esperienza! Ora però cammineremo sul torrente Susaibes seguendo la corrente, rotolando verso sud, discendendo dighe e ammirando particolari formazioni rocciose che mi ricordano una spiaggia nel nord della spagna: la spiaggia di Zumaia nei Paesi Baschi.
La fornace di Sott'Anzas
Un piccolo pezzo di storia ci aspetta lungo il torrente: l'antica fornace di calce del borgo di Sott'Anzas! E ci avvisa che è il momento di abbandonare i ciottoli per rientrare ad Andreis. Di qui a poco troviamo anche una fonte d'acqua.
Un'ultima sorpresa
Quasi giunti al termine di quest'escursione dobbiamo trattenerci ancora un pochetto per non rischiare di sorpassare il centro avifaunistico per rapaci feriti. Ospita diversi curiosi esemplari, io ho avuto la fortuna di trovare diversi falchi, un gufo reale e persino un'aquila! A me è piaciuto molto e fossi in voi ci Andreis!
Monte Ciavac
Un quadretto instagrammabile
Lo so che siete ansiosi di partire per questa escursione, ma mentre ci dirigiamo verso nord prendiamoci il tempo per scattare una bella foto con i monti Chiavac, Castello e Corta dinnanzi a noi. Dopotutto un'avventura non è una corsa.

Gli giriamo attorno
Avevate capito che saremmo saliti sul monte Chiavac? Meglio chiarire subito allora; questa escursione ad anello ci gira invece tutt'attorno! Ce ne accorgiamo subito dopo una delle prime svolte quando, fronteggiando il pendio, giriamo verso sinistra scendendo in direzione del torrente.

Il torrente Ledron
Vi piacciono i sassi? Perfetto! Perché raggiunto il torrente Ledron, ci passeremo sopra un po' di tempo. Saltelleremo infatti da un lato all'altro del rio facendo attenzione alla visibile segnaletica CAI che ci indica la strada. Numero 975, per ora.

Direzione CAI 979
Abbiamo perso qualche guado? Poco male, in fin dei conti bastava continuare a risalire il torrente. Almeno fino al bivio con segnaletica di legno, il quale ci informa che proseguendo sul sentiero CAI 975 raggiungeremmo forcella Navalesc, mentre noi vogliamo svoltare verso destra, inserendoci nel 979, per proseguire sul lato nord del monte Chiavac.

Il ghiaione
Il torrente Ledron è ormai alle nostre spalle ed abbiamo appena affrontato la salita più importante di questa escursione, 200 metri di dislivello fortunatamente all'ombra, ora però c'è un'altra sfida: il ghiaione! Non è particolarmente impegnativo ma richiede attenzione, e sicuramente, in giornate soleggiate, ci dobbiamo proteggere la testa.

L'Aga dal Muscle
Ridiscesi sul lato est del monte Chiavac ci ritroviamo su un altro torrente, il Susaibes, e ci imbattiamo in un'altra leggenda locale: l'Aga dal Muscle, "l'acqua del muschio", che si dice essere potabile solo dove non tocca il muschio! Molto strano in realtà, ma ho trovato pochissime informazioni a riguardo.

Il Torrente Susaibes
Vi erano piaciuti i sassi? Perfetto, perché ripeteremo l'esperienza! Ora però cammineremo sul torrente Susaibes seguendo la corrente, rotolando verso sud, discendendo dighe e ammirando particolari formazioni rocciose che mi ricordano una spiaggia nel nord della spagna: la spiaggia di Zumaia nei Paesi Baschi.

La fornace di Sott'Anzas
Un piccolo pezzo di storia ci aspetta lungo il torrente: l'antica fornace di calce del borgo di Sott'Anzas! E ci avvisa che è il momento di abbandonare i ciottoli per rientrare ad Andreis. Di qui a poco troviamo anche una fonte d'acqua.

Un'ultima sorpresa
Quasi giunti al termine di quest'escursione dobbiamo trattenerci ancora un pochetto per non rischiare di sorpassare il centro avifaunistico per rapaci feriti. Ospita diversi curiosi esemplari, io ho avuto la fortuna di trovare diversi falchi, un gufo reale e persino un'aquila! A me è piaciuto molto e fossi in voi ci Andreis!

Dove lasciare l'auto
Arrivando dalla strada provinciale attraversiamo Andreis per giungere in via Acquedotto, qui troveremo la foresteria del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane sulla nostra sinistra e proseguendo poco oltre, in successione, due ampi parcheggi sulla sinistra.
Il secondo fronteggia la prima fonte d'acqua che incontreremo durante la giornata.
Il Tracciato
Il Profilo altimetrico
Curiosità
Secondo una leggenda popolare (che ho trovato solo su Wikipedia, quindi non so quanto sia attendibile) sembrerebbe che Andreis esistesse già nel 450 d.C. quando Attila, giunto presso forcella La Croce, non riuscì a scorgere il paese coperto dalla nebbia, e perciò lo risparmiò dal saccheggio.